Che cos’è il letrozolo

La seconda è l’exemestane abbinato a un farmaco che blocca il ciclo mestruale e induce una menopausa farmacologica. Sono attivi quindi soltanto dopo la menopausa, quando le ovaie non secernono più estrogeni. Il trattamento può durare anche diversi anni e non deve mai essere interrotto senza il consenso del medico. La cura può durare anche diversi anni e non deve mai essere interrotto senza il benestare del medico. Humanitas Mater Domini è un ospedale polispecialistico privato accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale per le attività ambulatoriali e di ricovero.

Ca mammario, letrozolo previene le ricadute anche dopo 12 anni

Il Letrozolo è anche usato per aiutare le donne con problemi di fertilità a concepire, poiché può stimolare l’ovulazione. La terapia adiuvante (o precauzionale) prolungata con l’inibitore di aromatasi Letrozolo, dopo 5 anni di terapia endocrina, è approvata e utilizzata in tutto il mondo per le donne in menopausa operate per tumore del seno sensibile ad ormonoterapia e con linfonodi ascellari positivi. Molte donne tuttavia soffrono eccessivamente per gli effetti collaterali avversi della terapia, come disturbi dell’umore e del sonno o vampate di calore. Nello studio SOLE, la sintomatologia riportata dalle pazienti e la qualità della vita valutata durante il trattamento è risultata a favore della somministrazione intermittente di Letrozolo. Per quanto riguarda il benessere fisico, l’umore e i disturbi del sonno, c’è stato un peggioramento minore con la somministrazione intermittente se confrontata con la classica somministrazione continua. Inoltre per le vampate di calore è stato osservato un significativo miglioramento con la somministrazione intermittente.

Linfoma a cellule mantellari, acalabrutinib aggiunto alla terapia standard in prima linea migliora la sopravvivenza

È importante monitorare attentamente la comparsa di questi sintomi e segnalarli al medico curante. Il letrozolo agisce inibendo l’enzima aromatasi, responsabile della conversione degli androgeni in estrogeni, in particolare nel tessuto adiposo, muscolare e nel tumore stesso. Questo processo è particolarmente rilevante nelle donne in post-menopausa, dove la maggior parte degli estrogeni è prodotta proprio attraverso l’aromatasi.

Studi clinici hanno dimostrato che mantenersi in forma e tonici riduce la stanchezza indotta dal trattamento con letrozolo. Nel frattempo esegua anche un emocromo per verificare i livelli di emoglobina. Grazie a questa inibizione, il letrozolo riduce significativamente i livelli circolanti di estrogeni, privando così le cellule tumorali di uno dei fattori che ne stimolano la crescita. Questo rende il farmaco particolarmente efficace nel trattamento di tumori al seno estrogeno-dipendenti. Gli inibitori dell’aromatasi danno invece spesso importanti sintomi soggettivi, in particolari dolori ossei e articolari, mal tollerati da molte pazienti. La scelta riguardo all’uno o all’altro farmaco dipende da diversi fattori clinici riguardanti il tumore e la paziente, e deve essere il più possibile personalizzata.

Se, però, i sintomi persistono e/o sono molto accentuati è necessario informare l’oncologo che deciderà come procedere. Il metabolismo di letrozolo è mediato – a livello epatico – principalmente dal citocromo P3A4, un isoenzima del citocromo P450. Bisogna perciò fare attenzione alla somministrazione concomitante di letrozolo e farmaci capaci di inibire questo enzima. Farmaci quali il tamoxifene (un farmaco antitumorale), farmaci anti-estrogeni o estrogeni possono diminuire l’attività del letrozolo. In particolare, sembra che il tamoxifene sia in grado di diminuire notevolmente la concentrazione plasmatica del farmaco, diminuendone così l’efficacia terapeutica.

Lo studio, iniziato nel 2005, ha seguito per 15 anni 886 donne in post-menopausa operate per un tumore al seno positivo per i recettori ormonali. Gli inibitori dell’aromatasi come https://phonehubkenya.co.ke/nuove-linee-guida-sul-dosaggio-e-corso-di-2/ rappresentano la terapia adiuvante anti-ormonale standard; impediscono infatti agli androgeni di trasformarsi in estrogeni, il ‘combustibile’ per le cellule del tumore al seno positivo ai recettori per gli estrogeni. Lo screening e la gestione clinica del carcinoma mammario si sono considerevolmente evoluti negli ultimi decenni.

È’ utilizzato nella chemioterapia di donne con tumore alla mammella che non rispondono ad altri farmaci. Gli inibitori dell’aromatasi (anastrozolo, letrozolo, exemestane) rappresentano lo standard nel trattamento endocrino adiuvante del carcinoma mammario in post-menopausa. Tuttavia, non esistono evidenze che supportino la superiorità di un agente rispetto agli altri. Le cellule tumorali costituenti molte forme di carcinoma mammario hanno bisogno di estrogeni per la loro crescita. Nella fase di pre-menopausa, gli estrogeni vengono prodotti prevalentemente nelle ovaie.